Audrey Hepburn: portraits of an icon

foto: www.theguardian.com
Questa è la seconda mostra, dedicata all'attrice Audrey Hepburn, che ho visitato. La prima è stata qualche anno fa a Roma, mi pare fosse il lontano 2011 presso l'Ara Pacis, e si trattava di un tributo in concomitanza con il cinquantesimo anniversario di Colazione da Tiffany.  Un evento molto ben organizzato: l'idea di base era di far conoscere al pubblico il legame profondo che negli anni si era instaurato tra la star e la città di Roma.



Infatti la Hepburn si trovò parecchie volte a soggiornare nella Capitale: nella veste di attrice (Vacanze Romane; Guerra e Pace), di mamma (con i figli Sean e Luca all'epoca del suo secondo matrimonio) e di ambasciatrice per Unicef.

Tramite una serie di gigantografie e didascalie precise, veniva ricostruito tutto il periodo romano. Una caratteristica davvero unica della mostra, consisteva nell'esposizione di alcuni vestiti e accessori che la star aveva indossato per alcuni film ma soprattutto nella vita privata. In più veniva proiettato anche un filmino inedito, girato con il marito e i figli in vacanza.
Insomma un'occasione interessante per mettere in luce degli aspetti intimi, legati alla famiglia e alla quotidianità, di un personaggio pubblico tra i più schivi e riservati della scena cinematografica.
La cosa che mi colpì moltissimo fu osservare quegli abiti nelle teche e confrontarli con le foto di Audrey che li indossava: erano capi talmente semplici, lineari, essenziali (eppure firmati da grandi stilisti) che mai avrei immaginato potessero diventare così glamour e chic addosso a qualcuno. Ma quel qualcuno era dotato di personalità ed eleganza eccezionali, in grado di trasformare un anonimo pigiamino rosa in abito da sera!

La mostra fotografica a Londra, presso la National Portrait Gallery dal 2 luglio al 18 ottobre 2015, ha un altro taglio: l'intento è di documentare come si è evoluta la vita artistica di una delle star più acclamate di sempre.
Si comincia con la Hepburn bambina che nel 1938 inizia la carriera da ballerina nei Paesi Bassi, poi la ritroviamo a Londra sempre a studiare danza (l'unico oggetto in mostra appartenuto all'attrice  sono delle scarpette da danza, enormi-secondo me-per una ballerina credo sia una misura 38) e infine prende avvio la carriera d'attrice in teatro con l'opera Gigi.
Quindi si procede nell'ammirare gli scatti, firmati da artisti del calibro di Richard Avedon, Cecil Beaton, Angus McBean, Norman Parkinson, Terry O'Neill e Irving Penn, realizzati sui set di alcuni dei film più amati dal pubblico (Sabrina;War and Peace; Funny Face; How to Steal a Million; Two for the Road; Breakfast at Tiffany's).
Certe fotografie sono molto rare e inedite perché provengono dalla collezione personale dei figli della star.
Alcune foto ritraggono Audrey durante la sua breve carriera di modella a Londra immortalata da Antony Beauchamp.
L'exhibition include anche una raccolta di copertine vintage tratte da diverse riviste patinate: l'attrice è ormai una diva di fama planetaria e posa in splendidi abiti di alta moda.
Per concludere ci sono delle immagini toccanti del lavoro umanitario come ambasciatrice per l'Unicef in Africa tra il 1988 e il 1993.

Nel complesso è una mostra abbastanza interessante, sono stata incuriosita soprattutto dalla prima stanza (in tutto sono 3) ovvero quella degli esordi, forse perché non ne sapevo un granché e quindi mi è sembrata più originale delle altre! Mi piacerebbe in futuro visitare una mostra del genere ma più completa, con le foto e gli oggetti presenti a Roma (magari anche altri), le immagini tanto prestigiose viste alla National Gallery e poi una sezione maggiormente strutturata sul lavoro filantropico in Africa.

Il mio tour si è concluso con una capatina allo shop e ho preso due ricordini: una penna ironica a forma di rossetto che fa molto anni'50 e poi la novella "Breakfast at Tiffany's" di Truman Capote, così quando riuscirò a leggerla e a capirla in lingua originale, saprò finalmente di aver imparato l'inglese come si deve! 



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